Rozzano (MI)

Rozzano

Un Patto per la villetta di via Molise 5

A Rozzano, il progetto ha riguardato il recupero di una villetta in una zona residenziale della città. Il bene, assegnato all’amministrazione dall’Agenzia Nazionale per i beni confiscati una decina di anni prima, non aveva trovato una destinazione d’uso adeguata. Per questo, nel 2016 il Comune di Rozzano sceglie di aderire al progetto, dimostrandosi disponibile a intraprendere una strada innovativa e sperimentale per individuare una soluzione a una situazione di stallo.

Il supporto giuridico-amministrativo
Nel maggio 2018, l’Amministrazione, con il supporto di Circola, approva il Regolamento per i beni comuni e confiscati.

A luglio dello stesso anno, i cittadini e le Associazioni coinvolte si sono costituite in comitato di scopo e hanno presentato al Comune una proposta di gestione condivisa dello spazio.

Nel settembre 2018 a Rozzano è stato siglato il primo patto di collaborazione in Italia tra un’amministrazione pubblica e un’associazione (Comitato Molise 5), per l’uso temporaneo di un bene confiscato.

A questo risultato importante, si è arrivati attraverso un percorso molto articolato e complesso che ha messo in gioco attori diversi: associazioni, gruppi informali di cittadini, scuole, biblioteche, istituzioni culturali, amministratori, cooperative…

Formazione e informazione
Nelle scuole primarie e secondarie di Rozzano, insieme a partner come Maestri di Strada e Teatro del Buratto, ma anche testimoni diretti di vicende di lotta alle mafie ed esperti, scrittori e giornalisti è stata condotta un’azione di informazione e formazione molto articolata, che ha proposto attività e approfondimenti specifici a seconda dell’età dei ragazzi coinvolti.
Il lavoro ha coinvolto in maniera attiva anche gli insegnanti e i presidi, mirava non soltanto ad ad offrire momenti di riflessione sul tema della criminalità organizzata, dei beni confiscati, della cittadinanza attiva, ma anche ad affrontare, attraverso laboratori specifici tenuti da esperti, “correnti emozionli”, atteggiamenti e dinamiche relazionali in contesti di particolare complessità e disagio, educativo e personale, di rifiuto delle regole, sofferenza psichica e mancanza di autostima.
Le scuole professionali e i licei sono inoltre stati coinvolti nel percorso partecipativo aperto alla cittadinanza tutta ed hanno concretamente contributo alla elaborazione della proposta finale che ha nell’attenzione ai ragazzi uno dei focus più importanti.

Il percorso partecipativo
Il percorso partecipativo si è sviluppato nell’arco dei due anni di attività con una ricca proposta di iniziative di ascolto e coinvolgimento.

Si è trattato innanzitutto di dare visibilità al bene confiscato, collocato in un’area residenziale, non centrale, e di stimolare la nascita di un nuovo immaginario intorno a uno spazio abbandonato e dimenticato.

Per questo, sono state organizzate iniziative come l’apertura della villa, visitata da centinaia di persone in più riprese, iniziative di pulizia e cura del giardino e dell’edificio, e si è organizzato un calendario di iniziative “Per un giardino condiviso in più”, che avevano proprio l’obiettivo di far percepire questo spazio come una palestra, una sperimentazione civica.

Queste attività hanno favorito l’incontro di realtà associative consolidate (gli Scout, il Cav, le molte cooperative sociali attive sul territorio) e di nuove realtà informali, che hanno cominciato a mettere a fuoco, insieme, delle ipotesi di intervento.

Attraverso il laboratorio Open Space Technology sono state raccolte proposte concrete, poi articolate in una progettualità più ampia che ha cercato di tenere conto di tutti gli elementi emersi e ha individuato nei giovani il target di riferimento principale. Nel laboratorio Charrette, i cittadini sono stati affiancati da tecnici, architetti ed ingegneri, per cominciare a mettere la testa su come occorreva intervenire sul recupero dell’edificio per riuscire a realizzare le iniziative proposte.

Attraverso successivi incontri di approfondimento, confronti con altre esperienze, stesura di Linee Guida progettuali, si è arrivati alla nascita di un soggetto nuovo, il Comitato Molise 5, che ha presentato una specifica proposta per l’uso temporaneo della villetta.

Oggi il Comitato Molise 5 sta portando avanti nella villetta il progetto “Officina della partecipazione” e sta lavorando nell’elaborazione di lungo periodo per lo stesso spazio.